CRISI DEL SETTORE EDILE: C’E’ PIU’ DI UNA VIA D’USCITA

Dare impulso al settore dei beni culturali; puntare sull’ambiente, sulle energie rinnovabili e sulle manutenzioni; pensare imprenditoriale, guardare al Mediterraneo: questi alcuni suggerimenti alle cooperative che si occupano di edilizia.  Importante però che si crei una “triangolazione tra PA, imprese e banche”. Parla Maurizio Giachi, Presidente Associazione cooperative di Produzione e Lavoro Lazio.

 

 

 

 

 

 

 

Roma, 21 gennaio 2014 –  Il settore delle costruzioni incideva per il 35% sul PIL romano e regionale.  Il crollo dovuto alla crisi è stato strutturale. Ha colpito tutto il sistema produttivo, con dati disastrosi e ripercussioni terribili sulle vite dei lavoratori. Sulla situazione ha inciso fortemente soprattutto lo stop dei lavori pubblici (con una diminuzione tra il 2008 e il 2013 pari al 70%), ma anche l’andamento del mercato privato. Secondo quanto affermato dal presidente Legacoop Produzione e Lavoro Lazio, Maurizio Giachi,  la crisi è forte anche in ambito commerciale: il settore abitativo residenziale ha subito un calo negli investimenti del 50% e quello dei supermercati è fermo.

“Il mercato conosciuto negli anni passati non tornerà più, anche la eventuale ripresa (2015?) vedrà una forte riduzione degli investimenti pubblici e un numero minore di bandi di impatto medio basso. La conseguenza sarà un numero più limitato di imprese e quelle che riusciranno a salvarsi saranno piccole e medie, mentre le imprese di grandi dimensioni (15 imprese?) opereranno su tutto il mercato nazionale ed internazionale Sopravviveranno solo le imprese che hanno capacità manageriali e tecniche” ha detto-. Sparirà l’impresa speculativa tout court”.

Eppure, esiste più di una via d’uscita per l’Italia e per il Lazio. Bisogna solo saperle individuare.

Per reagire, si deve cercare di operare in maniera mirata. Puntare sulle manutenzioni, per esempio,  potrebbe rivelarsi una scelta vincente. “E’ un mercato che si sta aprendo ora e che è molto ampio: spazia dalle manutenzioni stradali a quelle dell’edilizia scolastica, per poi ampliarsi agli interventi per il risparmio energetico  e a molti altri ambiti” ha spiegato Giachi.

“Per aderire a questo mercato,  le imprese dovranno avere capacità finanziarie e dovranno saper pensare in maniera imprenditoriale- spiega Giachi-. Si tratta di interventi immediati ma i guadagni arriveranno dilazionati in molti anni”.

Molti comuni, ci racconta, non possono permettersi di affrontare delle spese per interventi di manutenzione quali la raccolta dei rifiuti, l’illuminazione, le piattaforme ecologiche, etc…. Per questo è importante che ci siano degli incentivi per i Comuni che si uniscono tra di loro in consorzi. “E’ il momento di fare massa critica e di consorziarsi” ha detto il presidente Giachi.

“E’ evidente che solo la volontà dell’imprenditoria a misurarsi con questi nuovi mercati non è sufficiente. E’ necessario anche una nuova cultura da parte delle pubbliche amministrazioni”.

 

“Fondamentale affinché questo nuovo mercato attecchisca in Italia è una triangolazione tra pubblica amministrazione, imprese e banche” chiarisce. “Punto fondamentale senza il quale non c’è ripresa è la legalità”.

Per quanto riguarda le grandi opere: saranno poche quelle che verranno  finanziate dallo Stato. Sul campo, si misureranno solo le grandi imprese, tra le quali anche quelle aderenti a Legacoop Lazio. “E’ importante che il movimento cooperativo laziale si riposizioni, ristrutturandosi e unificandosi, al fine di creare nuove cooperative in settori che sono in espansione” denuncia Giachi.

Uno dei settori fondamentali su cui puntare per la ripresa a Roma e nel Lazio riguarda i beni culturali.

“Il settore ospita lavoratori che hanno un alto indice di scolarizzazione, tra i quali anche archeologi, laureati in Lettere e in Arte e Beni culturali. Per questo dare un impulso al settore significherebbe offrire lavoro a molti giovani- spiega Giachi-. L’Italia, Roma e la nostra Regione, vivono  su giacimenti artistici che, se valorizzati  e messi in rete, potrebbero essere in grado di dare una svolta. E’ necessaria una regia. Il turismo, le politiche museali, il settore archeologico, quello delle ristrutturazioni: ognuno procede per conto suo- denuncia-. Le norme creano troppe difficoltà e la sponsorizzazione delle opere da parte dei privati incontra troppe difficoltà. E’ giusta la salvaguardia dei beni culturali ma i ritardi burocratici finiscono per essere di grosso impedimento ”.

Per uscire dalla crisi, poi, si dovrà guardare oltre i confini nazionali. “Siamo nel cuore del Mediterraneo. Di fronte a noi ci sono terre ricche che dispongono di credito e che però non hanno imprese e tecnologie per costruire. Presentiamo loro le nostre potenzialità, dunque, e puntiamo al bacino mediterraneo per crescere” ha detto il Presidente. A Legacoop Lazio, per esempio, aderisce una delle cooperative più grandi tra le cinque nazionali che operano all’estero. Da poco, questa impresa cooperativa ha terminato i lavori a Malta e in Libano.